mercoledì 5 settembre 2012

Nuova richiesta di Cassa Integrazione Ordinaria

Cari Colleghi

L'azienda ha informato le Organizzazioni Sindacali e la RSU di Milano dell'intenzione di avviare un secondo ciclo di cassa integrazione ordinaria sulle sedi di Roma e Milano.

Entro fine mese avverrà un incontro tra la RSU, la UILM e l'azienda per discutere della richiesta.
Dopo l'incontro forniremo ulteriori notizie e sarà successivamente convocata un'assemblea.

Cordiali saluti

RSU MILANO

31 commenti:

  1. Quando è stato programmato l'incontro? C'è già una data per la successiva assemblea?

    Potete indicare informazioni sugli altri temi di contrattazione?

    Il blog di Roma è morto?

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  2. L'incontro dovrebbe essere giovedì prossimo, l'assemblea sarà probabilmente la settimana dopo.
    All'incontro cercheremo di fare il punto su tutto.
    Attualmente a Roma non c'è una rsu, la precedente ha dato le dimissioni e siamo in attesa di nuove elezioni e di conoscere la nuova RSU.

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  3. posso chiedere nel dettaglio quali saranno le proposte sindacali per il prossimo ciclo di CIGO? Grazie

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    1. Quando si sapranno le proposte dell'azienda, conosceremo anche quelle dell'rsu.
      Sono le stesse.

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  4. Avrei un proposta e vorrei sapere che ne pensa la mia rsu.
    Molte aziende affrontano periodi di crisi chiedendo a tutti i dipendenti, e non sono solo a quelli “off charge”, di contribuire ad aiutare la loro società in un momento di difficoltà.
    Perché non farlo anche da noi?
    Si potrebbe, per esempio, chiedere un’autoriduzione dello stipendio di 4 ore mensili da parte di tutti i dipendenti devoteam, off charge, on charge, tecnici, bm e dirigenti (praticamente un contratto di solidarietà).
    Questo "piccolo" contributo da parte di tutti permetterebbe di evitare la cassa integrazione di pochi e, allo stesso tempo, di dare una mano alla nostra azienda.
    Finora il fardello della crisi è ricaduto solo ed unicamente sui pochi che si sono sono trovati momentaneamente senza commessa.
    Questa proposta eviterebbe di far sostenere il peso della critica situazione aziendale solo a pochi nostri colleghi off charge (sappiamo però che chi è on charge oggi potrebbe diventare off charge domani) quando, invece, tutti dovremmo essere chiamati a portare il peso delle difficoltà in cui versa la nostra azienda.
    Grazie

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    1. I contratti di solidarietà normati da legge mi sembra prevedano sempre una riduzione dell'orario di lavoro (ad esempio fare settimana corta fino a giovedì) cosa difficile da attuare in una realtà come la nostra dove la maggior parte dei colleghi lavora presso un cliente.

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    2. Peccato che la proposta non parlasse di "contratti di solidarietà normati da legge"...

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    3. A parte rispondere sempre e comunque dei no alle proposte altrui (peraltro travisandole), sarebbe il caso che l'rsu facesse delle proprie, precise proposte.
      Sempre che ne abbia.

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    4. "mi sembra"? allora perché rispondi, prima di informarti?

      chi è on charge oggi potrebbe diventare off charge domani!!!

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    5. Ciao,
      mi permetto di segnalare che forse vi è stata una non completa comprensione di quanto scritto da "Anonimo".
      "Anonimo" - AUTORIDUZIONE DELLO STIPENDIO di 4 ore mensili
      "DevoWorld" - RIDUZIONE DELL'ORARIO DI LAVORO.

      Credo si stia parlando di cose diverse.
      "Anonimo" propone che ogni mese i colleghi allocati lavorino presso il cliente come richiesto dal cliente, ma vi sia una decurtazione in busta paga di 4 ore al mese, con conseguente risparmio per la Azienda. con impatto zero sulla delivery presso il cliente.
      "DevoWorld" parla invece di riduzione dell'orario di lavoro, che avrebbe invece un impatto sulla delivery e sarebbe visibile al cliente.

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    6. Il problema sta proprio qui, i contratti di solidarietà previsti dalla legge parlano solo di riduzioni dell'orario di lavoro e di conseguenza dello stipendio. Vedi qui

      http://www.inps.it/portale/default.aspx?lastMenu=6543&iMenu=1&iNodo=6543&p1=2

      Non si può lasciare una parte dello stipendio all'azienda continuando a lavorare le normali 40 ore settimanali, siccome non c'è una norma che lo preveda (o almeno io non l'ho trovata, in passato se n'era già parlato) in pratica non si può fare.

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    7. una norma che preveda di lasciare alla azienda una parte dello stipendio...
      almeno non l'hai trovata...
      questa norma ESITE o NON ESISTE...terzium non datur

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    8. Sono sicuro che le proposte della RSU siano coincidenti (ma verranno vendute come equivalenti) a quelle della Azienda...

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    9. Cari colleghi, non ho una laurea in giurisprudenza, ma per la mia esperienza di rsu mi sono trovato spesso a dover cercare leggi, norme e circolari inps. Purtroppo mi sono accorto che la locuzione "terzium non datur" spesso non si può applicare a questo campo, dove ci sono molte sfumature nelle leggi.
      Sull'argomento della riduzione dello stipendio ho trovato questo interessante link, che riguarda i manager ma parla in parte anche dei dipendenti, buona lettura:

      http://www.aidp.it/riviste/articolo.php?id=1&ida=1180&idn=147&idx=

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    10. Ma se non questa, quale altre proposte avete avanzato o vorrete avanzare?

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  5. l'incontro è quindi giovedì 20?
    ci sarà quindi la Assemblea in sede a Trezzano la settimana del 24 settembre?

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  6. L'assemblea sarà a Trezzano settimana prossima, probabilmente giovedì, ancora non abbiamo fissato la data precisa. Nell'incontro potremo discutere di tutto quanto chiesto sopra dai colleghi e altro.

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    1. Giovedì 27?
      e se la cassa dovesse partire già da lunedì 1 ottobre, non è un poco troppoa ridosso della partenza delal cassa integrazione per poter avere poi delle risposte anche dalla azienda?

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  7. Nello scorso periodo di cassa, l'rsu ha mai contattato gli oc per sapere come stavano?
    Li ha mai chiamati per scambiare con loro due chiacchiere, per farsi raccontare le loro impressioni?
    Li ha mai interpellati, cercati, sentiti per chiedere e ascoltare le loro opinioni e farsi un'idea di come stavano le cose per chi era in cassa integrazione?

    E se non l'ha fatto prima, ha intenzione di farlo ora?
    O vige la regola "ci chiamino loro, se hanno bisogno"?

    Grazie

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    1. Caro Andrea, non ho bisogno di chiamare i colleghi per sapere come vanno le cose per chi è in cigo, visto che io stesso sono stato in cassa per alcune settimane. I membri della rsu non sono estranei all'azienda, ma sono dei tuoi colleghi che oltre alla normale attività aziendale cercano, nel miglior modo possibile, di fare anche dell'attività sindacale. Non siamo dei privilegiati chiusi in una torre d'avorio come tu pensi, ma siamo esposti alle stesse problematiche aziendali come tutti gli altri colleghi.

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    2. Mi permetto di rispondere io, scusatemi, perchè credo che la questione sollevata da Andrea sia diversa e importante. La domanda era collettiva, la risposta personale.
      L'osservazione di Andrea io l'ho interpretata come dire "La RSU è in contatto con la collettività dei dipendenti e si interessa dei loro problemi?" Magari problemi non evidenti, che possono essere diversi da situazione a situazione... Ha il polso del "sentiment" dei lavoratori? La risposta invece è stata "Non mi serve, lo so già io perchè io sono uno di quelli".
      In parte è vero, ma secondo me non è del tutto corretto. Pur ringraziando per l'impegno profuso e il tempo dedicato con gratuità, ho notato diverse volte anche leggendo il blog che si scivoli verso il rischio di emarginare osservazioni e richieste che vengono dalla collettività, magari non rifiutando ma rimandando o rispondendo in modo evasivo. Invece le osservazioni vanno prese seriamente, pensandoci. Se uno scrive c'è un motivo. Alla fine RSU è RAPPRESENTANZA (quindi portavoce di una collettività) Sindacale Unitaria. Penso che come RSU si possa fare molto anche per tamponare alcune carenze permanenti nella nostra azienda (come quelle di ascolto, di comunicazione, di orientamento alla formazione (che ancora è assente con conseguente calo delle professionalità)), ma la prospettiva deve essere esattamente l'opposto della prima frase della risposta di DevoWorld, che per me HA bisogno di chiamare i colleghi, di raccoglierli in assemblea, di ascoltare che cos'hanno da dire.
      Lo scrivo con sincerità e con la certezza che sia interpretato come feedback costruttivo.
      Buon lavoro

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  8. Prima dei discorsi su riduzioni di stipendio (tra l'altro trasversalmente su chi ce l'ha elevato e chi ce l'ha tirato per la sopravvivenza...) chiedo all'RSU di arrivare giovedì prossimo con un dato fondamentale e molto pratico in mano: questa cassa serve per evitare di andare in rosso o serve per aumentare i margini di profitto considerati troppo bassi? Magari legati a obiettivi di risultato, da ottenersi comunque, anche a discapito di colleghi meno fortunati e pesando sulla collettività? Lasciando stare la parte di "etica sociale", che avvicina molte aziende al modello politico che abbiamo sotto gli occhi, credo convenga verificare i numeri seriamente, per capire a che cosa e chi effettivamente serva questa ulteriore cassa integrazione. Questi sacrifici servono per tenere in piedi l'azienda o sono un di più? Dopo questi sacrifici i dipendenti trarranno qualche giovamento oltre che gli azionisti? Azionisti ed eventualmente qualche manager, se i risultati sono collegati a premi? Senza spirito polemico, chiederei che un'analisi su questo venga fatta numeri alla mano e concretamente.

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    1. Concordo con Mary. spero che mercoledì si abbiano dei dati alla mano per poter fare delle valutazioni puntuali.

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    2. Non è possibile fare cigo solo per fare attivo, alle spalle di noi dipendenti. L'azienda deve dimostrare all'inps la sua oggettiva (seppur temporanea) difficoltà. In uno degli ultimi incontri con i delegati uilm, un rappresentante sindacale, che abitualmente fa parte delle commissioni inps per la cigo, ci ha confermato che, specie negli ultimi tempi, le dichiarazioni delle aziende per ottenere la cigo vengono vagliate molto accuratamente e in qualche caso respinte.
      In ogni caso, se l'azienda "bara" anche con l'inps ce ne possiamo accorgere solo dal bilancio di fine anno, controllato dai revisori contabili, che deve essere depositato alla camera di commercio (è disponibile anche con una visura online).

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  9. Ma a quel punto la CIGO sarà già stata fatta, e "i buoi scappati". Non capisco perchè sia un problema chiedere all'azienda di giustificare coi numeri la necessità della CIGO anche ai dipendenti (oltre che a INPS, che vaglierà pure con grande cura, ma vaglierà dati di una realtà aziendale sconosciuta e forniti dagli stessi che chiedono la cassa integrazione. Tanta buona fede, ok, ma se chiedo la cassa non andrò certo a dire che va tutto a meraviglia) Non è questione di barare, è questione di come i dati vengono presentati.
    Seguendo il vostro ragionamento l'incontro di mercoledì servirà solo a dire che va bene quanto è stato concordato, accettare di non sapere nulla e che altri (sconosciuti) facciano valutazioni sulla nostra realtà, rendendoci ulteriormente passivi davanti a scelte che incidono da vicino sulle nostre vite.
    Invece preferirei poter capire la situazione dell'azienda e fare in modo che i dipendenti decidano consapevolmente la posizione da assumere nei confronti dell'azienda. Che può anche essere di sostenere la CIGO.
    Una cosa ancora: l'informazione se prima era scarsa ora è inesistente. Unico cenno di vita dell'azienda nel 2012 è una mail lunghissima dell'amministratore delegato che parla dell'impatto della riorganizzazione senza dire nulla in concreto, solo che l'Italia manterrà una certa autonomia decisionale. Le ultime cifre risalgono a Natale dell'anno scorso.
    Non esistono risposte alle proposte sollevate in numerosi post, anonimi e non.
    La formazione ... adesso cerco su Google cosa significa.
    Non siamo in un contesto in cui si possa discutere o decidere nulla, per quanto mi riguarda se queste sono le condizioni eviterei anche di partecipare all'assemblea, la decisione su cosa fare e come mi sembra già presa.

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    1. non so se l'azienda avrebbe acconsentito di mostrare i conti. Forse si, forse no.
      Trovo strano che non glielo si chieda neppure.

      Se è comprensibile l'atteggiamento dell'azienda non penso lo sia quello di un rsu che non chiede, non fa domane e non solleva la questione.

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    2. In realtà la rsu ha chiesto l'attuale situazione economica all'azienda come è prassi in questi casi. In passato l'azienda aveva fornito queste cifre, ma oggi non l'ha fatto. La rsu può richiedere, ma non obbligare l'azienda a fornire queste informazioni.

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    3. Quindi andiamo avanti, in prona totale fiducia alla santa madre azienda, accettiamo tranquillamente condizioni che svantaggiano (e molto) solo i dipendenti dai redditi più bassi tutelando invece dirigenti e relativi benefit e bonus. Discutiamo di come impegnarci ad affrontare il periodo di crisi senza sapere se, come e quanto siamo in crisi. Per quanto mi riguarda non è solo incomprensibile l'atteggiamento dell'RSU (che dovrebbe un poco "irritarsi" per lo meno) ma questa ulteriore CIGO mi sembra assolutamente senza fondamento e follia il fatto di accettarla come fosse tutto normale. Non è normale. Ci facciamo prendere in giro e basta. Come accade ormai da troppo tempo anche per tutto il resto (stipendi, corsi...) . Continuiamo così, molto bene. (PS non si può obbligare l'azienda, ma -udite udite- non si può neanche obbligare l'RSU a firmare sempre tutto... )

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    4. Caro collega, la rsu si può anche irritare, fare questioni di principio e non firmare nulla, ma nun può bloccare la procedura e la cigo parte lo stesso. Tra una cigo senza integrazione e una con integrazione salariale, io preferisco la seconda.

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    5. "Tra una cigo senza integrazione e una con integrazione salariale, io preferisco la seconda.".

      Dite che Cardinale non avrebbe concesso l'integrazione se l'rsu non avrebbe firmato?

      Strano: prima fa vedere che ci sono i soldi per un'integrazione e poi li nega ai colleghi cassintegrati perché l'rsu non firma.
      Sarebbe controproducente.
      Avrebbe sollevato un vespaio, creato tensioni a non finire.
      Ma siete sicuri che l'atteggiamento dell'ad fosse così ricattatorio?
      Secondo me l'avrebbe concessa lo stesso anche senza rsu.
      La differenza è che, senza firma, avrebbe deciso lui, e non l'rsu, come spartire l'integrazione. Tutto qui.

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  10. Piuttosto che sperare nella decisione e nella bontà dell'azienda, abbiamo sempre preferito firmare un accordo. Senza accordo, l'azienda dovrebbe aspettare i tempi tecnici della cassa e questo ritardo potrebbe indurre l'azienda a non concedere nulla.

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